Le convinzioni legate alla capacità di influenzare con la mente e le parole gli altri adepti spinsero il Conte di Cagliostro a realizzare qualcosa di nuovo e di importante che avesse la forza di avvicinare l’ideologia misterica ed i principi esoterici alle regole ed ai dogmi Cristiani, una specie di passe-partout capace di scardinare le blindate serrature clericali.
Probabilmente le origini ed il seme della nuova corrente iniziatica scaturirono dai suoi studi napoletani alla corte del Principe Raimondo di Sangro e del Cavaliere d’ Aquino.
Con questi due personaggi Cagliostro ebbe modo di affinare le sue capacità e di ampliare l’antico sapere allo scopo di temperare e plasmare il grande progetto atto a promuovere un nuovo tipo di percorso iniziatico basato su antiche conoscenze orientali.
D’altra parte la Religione Cristiana come le altre a genesi adamitica sarebbe scaturita da emanazioni mesopotamiche ed egizie in seguito manipolate e sfruttate ad hoc da tutta una serie di Vangelisti più o meno accreditati e credibili.
A conferma di ciò è il variegato utilizzo di simboli comuni presi in prestito da culti e credenze professate millenni prima dell’avvento di Cristo: una su tutte la croce derivata dall’Ankh.
In realtà Cagliostro non inventò il Rito Egizio ma si premurò di dare ad esso una organizzazione di base ed una regolamentazione ideologica raccogliendo ed unificando dottrine, dogmi e conoscenze utilizzate magari in modo disordinato ed impreciso da altri, all’ interno dei canoni esoterici insegnatagli dal suo maestro napoletano Raimondo di Sangro.
Difatti egli, da profondo conoscitore dei messaggi nascosti provenienti da un passato lontano che si proiettava nel suo tempo attraverso la lettura di segni di riconoscimento celati in antichi manoscritti o tramandati come dogmi segreti, completò e standardizzò il Rito.
Con tutte queste premesse, a parte una insignificante parentesi a Bordeaux, il 24 dicembre 1784 a Lione fonda ufficialmente il Rito Egizio allo scopo di imporre ai proseliti un percorso di evoluzione, trasformazione e cambiamento riservato all’animo inteso come parte spirituale ed al corpo recepito come materia. Il tutto attraverso il compendio delle così chiamate “Quarantene Spirituali” periodi di digiuno, meditazione e rigenerazione
tratte per lo più dalle rivelazioni dei profeti Enoch ed Elia, secondo i quali il mutamento spirituale si poteva ottenere soltanto attraverso l’intervento terreno di una entità superiore imposta da Dio.
Questo concetto permetteva quindi di tenere aperto uno spiraglio alle possibili interrogazioni che la Chiesa poteva porre facendo intendere che il Rito non fosse un nuovo movimento ereticale, ma piuttosto una corrente filo-Cristiana.
Il riferimento al nome Egizio pertanto non fu indirizzato alla stirpe Faraonica regnante all’epoca sulle terre del Nilo, ma connesso all’ epiteto “Copto” dal greco κόπτος (còptos) che significa Egiziano, in prima ipotesi da relazionarsi con i primitivi nuclei Cristiani presenti in quelle terre.
L’ ideale Cristiano si introduceva dentro il Rito sollecitando la fusione del corpo e dell’anima verso una soprannaturalità caratterizzata dall’equilibrio statico tra materia e spirito. Questa purezza si esprimeva in modo visibile nel vestiario bianco indossato dai seguaci, simbolo di luce e limpidezza.
Spesso durante le ritualità furono utilizzati come medium le cosiddette “Colombe” (ragazze vergini) oppure i così chiamati “Pupilli” (bambini), attraverso cui venivano trasmessele divinazioni.
Questi “messaggeri di purezza” guidati in uno stato di particolare trance garantivano agli adepti ed ai presenti l’attendibilità e l’autenticità della veggenza, praticamente una sorta di tramite tra Dio e Uomo.
Ma Cagliostro con questo non volle ricalcare le orme dell’ortodossia religiosa ma elaborare la nascita di una nuova vita virtuosa e compiuta attraverso l’impiego di un adeguato processo ermetico-alchemico. Misticismo, preghiera, concentrazione, predizione cura delle proprie abitudini alimentari e comportamentali furono alla base di quel soffio vitale che renderà immortale un corpo anche dopo la sua morte.
Per gli Egizi qualunque cosa pianta, animale, sasso ha una sua conoscenza, emotività e consapevolezza. Ogni particella ha la sua anima che si protrae all’ universale attraverso la molteplicità dell'Uno che possiede il tutto in sé, perché l’'uomo è il risultato di una stabilità tra forze duali e polari.
Ecco quindi l'embricarsi di una profonda conoscenza esoterica con gli ideali illuminati che in quel determinato periodo stavano catturando le menti più o meno eccelse dell'epoca.
La popolarità di Cagliostro crebbe a dismisura fino ad essere conteso perfino dai circoli culturali più importanti d' Europa. La Loggia Madre della Saggezza Trionfante fu l'emblema del nuovo Rito Egizio che formalmente ottenne un alto gradimento tale da meritarsi la considerazione dei Filaleti e l'assegnazione di importanti incarichi da parte della Fratellanza Bianca. Dalla Francia il Rito Egizio conquistò anche l’Inghilterra e la Germania.
Quasi certamente tutto il movimento ed il lavoro svolto da Cagliostro mirava ad un progetto altamente ambizioso: quello di unificare sotto l’egida del Rito tutte le filiazioni esoteriche esistenti.
In ogni caso, qualunque sia stato il vero motivo della creazione del Rito Egizio, può e deve essere collegato alla volontà del Conte di trasmettere agli adepti più verità possibili anche a costo di uscire dai canoni e dalle vigenti all’epoca.
Per tale motivo aprì dunque le porte del Rito alle donne in virtù del fatto che nel secolo dei Lumi l’epiteto trinomiale libertà, uguaglianza e fratellanza non era riservato soltanto agli uomini, ma ovviamente anche all’ altro sesso. Se a questo si aggiunge la bramosia e la curiosità tipica del tempo per la storia, i miti, le leggende e le grandi costruzioni egizie si può intuire come l’egittomania fosse un fenomeno di massa.
I rituali Cagliostrani facevano anche riferimento ai fondamenti della cosmogonia kemitica e pertanto i culti Isiaci ed Osiridei ne erano contemplati tanto da evidenziare e mettere in primo piano la deità femminile. La naturale conseguenza di tali presupposti condusse ovviamente alla fondazione di una Loggia Egizia prettamente costituita da donne che venne chiamata Loggia Iside e la sua prima “Gran Maestra del Rito d'Adozione,” con l’appellativo di Regina di Saba fu ovviamente sua moglie Lorenza Feliciani.